GIORGIO BARBATO travel photography
"Quando tutto si svuota, la presenza resta."
Quando la folla si disperde e Piazza San Pietro torna al suo silenzio, resta qualcosa di più del ricordo di un incontro.
Rimane la forza di un pensiero che continua a camminare dentro ognuno di noi.
Papa Francesco, con la sua umiltà e la sua determinazione, ha tracciato un sentiero che supera il tempo e il luogo: un'eredità viva, fatta di gesti semplici e parole profonde.
Anche nel vuoto della piazza, la sua presenza è forte, costante, come un faro che continua a illuminare.
Roma 26 Aprile 2025
Ritrovarsi con un viaggio
Incontriamo spesso Giorgio Barbato, perché frequentiamo i medesimi posti. Lui vive in montagna, e noi capitiamo lì alla bisogna: il più delle volte per piacere. Ci riconosciamo da lontano, prima ancora di salutarci; poi, basta una stretta di mano, fugace, nascosta tra il chiacchiericcio degli amici che frequentiamo. Di fotografia parleremo dopo, lo sappiamo già; ma anche lì basteranno poche parole: circoscritte, precise, concrete.
Giorgio parla piano, con lucidità; a lui non serve molto: nella vita, come in fotografia; però riesce a guardare lontano, oltre gli orizzonti cercati da ragazzo, quando il mondo finiva con la vista di altre pendici: quelle irraggiungibili.
Eppure Giorgio viaggia molto. Ce ne accorgiamo quando non lo incontriamo nei luoghi abituali; così scopriamo che è in Nepal o altrove, cercando di narrare progetti imbastiti in precedenza: sempre con cautela e rigore, con modestia per farla breve. Del resto, l’umiltà (altra dote di Giorgio) non consiste nel farsi piccoli, ma nell’accorciare la distanza tra ciò che si è e quanto si porta avanti. Questa è una legge della montagna o delle piccole comunità: crescendo, quasi ci si rende conto di essere chiamati a un ruolo predestinato, dal quale non si può sfuggire.
Giorgio certamente ha voluto fare il fotografo, ma si è anche scoperto tale: vivendo, un giorno dopo l’altro; così ha fatto la sua parte, sapendo di compiere la cosa giusta. Quando la vita ci chiama a un ruolo, il bisogno dei proclami viene ad azzerarsi; e li nasce la modestia, quella vera. Quest’ultima non nasce dai bassi profili, ma dalla coscienza di sé. Il valore della modestia è tutto lì. Giorgio lo conosce bene.
Tratto da " Il valore della modestia " di Mosè Franchi
IL GUARDIANO DELLE PELLI
QUARANTADUE CHILOMETRI
Quarantadue chilometri anzi per l’esattezza quarantadue chilometri e centonovantacinque metri: questa è la lunghezza ufficiale della maratona.
Conosco Maurizio da diversi anni, lui è uno sportivo. Da ragazzo è stato agonista nel ciclismo poi ha deciso di smettere. La sua fame di sport gli ha fatto poi incontrare la maratona. Ne ha gareggiate tante, quasi 50.
Salendo sulla collina alle spalle del quartiere di Ain Azliten, nella medina di Fes, incontro Farid. E' poco più di un bambino, ma nel suo sguardo c’è già la consapevolezza di chi è cresciuto in fretta. Si avvicina, incuriosito dalla mia fotocamera. Lo osservo, sollevando appena l’obiettivo, e lui sorride. Comincio a fotografarlo mentre, con un francese incerto, iniziamo a chiacchierare.
ISTANBUL
Workshop
fotografia di viaggio
Il lavoro come passione
Nella vita di Giorgio Barbato, la passione per la fotografia è sempre andata a braccetto con quella per i grandi spazi, la montagna e soprattutto i viaggi e la voglia di conoscere nuovi posti e nuovi popoli.
E' infatti sui crinali dell'Appennino Tosco Emiliano, dove questo poliedrico fotografo tuttora vive, che ha avvertito per la prima volta il bisogno di immortalare le sue genti, gli animali, i paesaggi e la natura nelle sue mutevoli espressioni.
Ed è sulle vette del Nepal, durante uno dei suoi viaggi, che ha deciso di trasformare la sua passione in una vera e propria professione.
Gli sguardi e i sorrisi dei bambini nepalesi, le cime di quelle montagne altissime e le valli strette con sentieri tortuosi lasciano un marchio indelebile nell'anima di Giorgio. Una professione che oggi porta avanti con entusiasmo e con un occhio costantemente rivolto ai temi sociali.
Spazio Italia Magazine
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